Abitare il mondo e la chiesa: gli esercizi spirituali per l’Azione Cattolica diocesana
Per un figlio che cerca il volto del Padre gli esercizi spirituali sono sempre un momento di Grazia, una pausa per comprendere e rispondere alla domanda “Chi sono io?”.
Con questa introduzione sulla motivazione interiore che necessariamente deve sgorgare in chi si appresta a vivere una esperienza di ritiro, Fra’ Emanuele Cosentini, della fraternità dei Francescani del Cantico di Modica, ha avviato il corso di esercizi spirituali per laici, organizzati dall’Azione Cattolica Diocesana presso il Santuario diocesano di Maria SS Scala del Paradiso nei giorni 14 e 15 Settembre scorsi.
Il predicatore ha coniugato il verbo “Abitare”, ultimo dei tre verbi degli orientamenti associativi per il triennio 2017/2020 dell’ACI, con l’icona biblica che accompagnerà il prossimo anno associativo: “Lo avete fatto a me” (Mt 25,40).
Partendo dall’ “abitazione reciproca” del Padre nel Figlio, il viaggio attraverso la scoperta del “dimorare” è proseguito nella certezza che, per abitare il mondo e la Chiesa, sicuramente imprescindibile è abitare “presso” Dio, come il Figlio NEL Padre (Gv 1, 1), scoprendo che non basta vivere l’uno accanto all’altro, ma l’Amore, essenza di tutte le cose create, vuole abitare la realtà che ama ed essere abitato dalla realtà che lo ama.
Ecco la comunione: due realtà che dimorano l’una dentro l’altra.
La condizione di una vera conoscenza, perciò, può essere soltanto l’Amore, il dimorare l’uno nell’altro e ciò che non si ama non può essere conosciuto.
Anche per Gesù è stato così: ha dimorato nella carne, amando la vita dell’uomo proprio dall’interno.
Perché l’Amore sia reciproco occorre che ci sia reciproca accoglienza: l’uomo non si accorge di essere amato da Dio finchè non Lo ama e risponde alla sua richiesta di accoglienza (Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Gv 14, 23).
La Persona che permette l’Amore tra il Padre e il Figlio è lo Spirito Santo, ed è anche Colui per mezzo del quale Dio dimora nella vita di ogni uomo ed il dimorare di Dio è l’unica condizione di vedere la realtà così come è, cioè con gli occhi del Figlio.
Per concretizzare quanto sapientemente meditato insieme a fra’ Emanuele, Ignazio e Melina, famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII hanno raccontato ai presenti la loro vita di coppia che, dimorando nel Padre, ha accolto 4 figli naturali e, attualmente, altri 4 rigenerati dall’amore insieme alle tante vite che hanno intrecciato alla loro nel calore di un focolare disponibile all’accoglienza di Dio nei più bisognosi, forti della convinzione che nessun bambino dovrebbe vivere fuori da una casa e senza una famiglia.
Gli esercizi spirituali dell’Azione Cattolica diocesana sono stati davvero un momento di comunità che ha contemplato l’Amore trinitario nella reciproca abitazione del Padre e del Figlio grazie allo Spirito Santo, ma ha saputo anche gioire della convivialità, della fraternità e della condivisione delle esperienze e della molteplicità dei carismi.