Casa del Giovane e Casa Woityla… L’oratorio che sogno…

Messa sulla tomba di San Giovanni Paolo II

CONOSCIAMO IL NOSTRO NUOVO PASTORE

Casa del Giovane e Casa Woityla… L’oratorio che sogno…

L’azione educativa nel ministero pastorale di Mons. Salvatore Rumeo

Casa… Questa parola evoca tanti pensieri e tante emozioni dentro ciascuno di noi; casa per la maggior parte delle esperienze umane è il luogo dell’affetto, del calore, dell’accoglienza, del riconoscimento di se stessi e della crescita, dell’apertura all’altro e del sapere intessere le prime semplici e autentiche relazioni umane, è il luogo dell’educazione.
Per questa ragione nell’intuizione sempre creativa e geniale di Mons. Rumeo e degli educatori di allora come di oggi è nato il nostro oratorio parrocchiale; mi correggo è continuata l’azione educativa che aveva già riempito di fede, vita, allegria e cura, l’esistenza della Parrocchia Sacro Cuore.
Sin dai primi giorni di quel settembre del 2000, ciò che abitava il cuore ed i sogni del nostro parroco era ben chiaro. Giovanni Paolo II e San Giovanni Bosco erano e sono due grandi santi della storia della Chiesa, maestri della prossimità, paternità, attenzione ed educazione al mondo giovanile, e sono stati da sempre i due pilastri sui quali si è poggiata l’azione pastorale oltre che formativa di Padre Salvatore, e che da quel momento avrebbero toccato profondamente le storie di ogni persona che vive la nostra comunità parrocchiale.
Il sogno del suo cuore era quello di donare una casa, aperta, accogliente, luogo di misericordia, e crescita umana e spirituale per tutti, dove ciascuno sperimentasse l’esistenza di una famiglia, oltre quella naturale d’origine, all’interno della Chiesa, aperta a ciascuno, grandi epiccoli, ammalati, famiglie, giovani, anziani e chiunque avesse bisogno di una carezza profonda che toccasse il cuore.
I primi giovani e giovanissimi si incontravano nella semplicità, ascoltando da padre Rumeo, le sue omelie, vivendo i momenti di catechesi, formazione, ritiro, collaborando con lui nella vita parrocchiale, tra l’animazione della messa, le attività per i bambini e le attività estive. Pian piano senza quasi accorgersene si andavano delineando i tratti, di quello che sarebbe diventato il progetto educativo parrocchiale accolto da tutti e che ci caratterizza.
Passavano i mesi e quei giovani si sentivano sempre più a casa e con il loro giovane parroco, compresero che quel luogo doveva diventare veramente una casa anche fisicamente, per ritrovarsi, trascorrere del tempo, divertirsi e curare anche la propria spiritualità ed intimità con il Signore. Sono cominciati così i lavori per la realizzazione della Casa del giovane ubicata nella canonica dove viveva il nostro sacerdote; i lavori sono stati impegnativi ma allo stesso tempo divertenti, proprio come quando si compra casa e si sogna come realizzarla, arredarla, dipingerla, abbellirla, e si immagina la vita lì dentro… Hanno pensato proprio a tutto: le stanze con 20 posti letti, la cucina confortevole e accogliente dove fare delle belle e buone cene per condividere le serate, e la sala da pranzo-salotto dove trascorrere il tempo e guardare la tv. Non hanno dimenticato nulla di ciò che poteva essere utile nella vita di ciascuno e quindi non poteva mancare, una piccola stanza, la nostra preferita, nella quale imparare a vivere la bellezza del silenzio che parla al cospetto di Dio, dove custodire Gesù Eucarestia e trascorrere del tempo con Lui; nacque così la cappellina dei giovani, nella quale fa da tetto un grande ombrellone giallo limone, reduce della GMG di Roma, dove ci accoglie Gesù Eucarestia e dove ci fa compagnia con le Sue braccia spalancate il Crocifisso di San Damino compagno di viaggio dei Giovani Italiani nel mondo; la sua casa è diventata la casa di ogni giovane della comunità. Nasce così casa del Giovane Giovanni Paolo II.
Tutto questo fu di certo nuovo e “rivoluzionario” per ogni comunità parrocchiale, ma noi siamo fatti un po’ così, ci piacciono le cose semplici ma vere… Il progetto venne subito accolto da tutti e fino a prima della pandemia, ha ospitato in vari fine settimana e nel periodo estivo, vari gruppi della parrocchia ed esterni anche con progetti sul territorio nazionale: catechismo, post-cresima, giovanissimi e giovani, insieme agli educatori che via via nel tempo si sono uniti alla carovana educativa di tante persone che hanno risposto alla chiamata del cuore di voler essere testimoni semplici della fede, impegnandosi nella cura dei più piccoli.
Momenti scanditi, da riflessioni, catechesi, vita comune e la preghiera; Padre Salvatore da subito ebbe il desiderio di insegnarci a pregare nell’ora più particolare della giornata: la notte che conduce all’alba come le “Sentinelle del mattino”. Ci divideva a due a due e di notte a turno ci svegliavamo ed andavamo a fare deserto e adorazione con Gesù…quel luogo è forse il posto che conosce più intimamente il cuore di ciascuno di noi e del nostro don.
In tutto questo il Santo Padre Giovanni Paolo II continuava, attraverso i suoi insegnamenti e la sua testimonianza a guidare i nostri passi, ad illuminare il nostro cuore e far nascere in noi tante idee… Due frasi erano e sono impresse nel cuore del nostro parroco e spesso ce le ripeteva: una di don Bosco e l’altra di Giovanni Paolo II. Il primo ripeteva sempre: “Basta che siete giovani, perché io vi ami assai”, ed il secondo proprio durante la veglia a Tor Vergata disse: “C’è un proverbio polacco che dice: “Se vivi con i giovani, dovrai diventare anche tu giovane.”
Nel 2005 cominciarono i lavori per la ristrutturazione delle stanze dove si svolgeva il catechismo e del teatro parrocchiale. Nell’idea del progetto ci fu la volontà di assegnare ad ogni stanza un tema, un colore specifico per trasformarla in uno spazio dedicato a qualcosa di speciale: la stanza del laboratorio teatrale, del laboratorio mani e fantasia, la cucina per insegnare ai bimbi a cucinare divertendosi, la stanza del laboratorio fiabe e di quello multimediale…Tutto risplendeva di colore e allegria, tutto dotato di ogni cosa che ci facesse sentire a casa. Successe l’inaspettato: la casa del giovane per i giovani era diventata la casa di ogni bambino, ragazzo e giovane, ma anche delle loro famiglie, attualizzando ciò che effettivamente è la Parrocchia, casa tra le case, famiglia di famiglie. Tanti adulti cominciarono a prestare il loro servizio e diventare volontari di questa nuova realtà; ciascuno sperimentava l’accoglienza e il forte senso di responsabilità nei confronti del prossimo. Tante volte la nostra comunità è stata scelta come luogo anche per i tirocini curriculari per gli studenti del master in pastorale giovanile e gestione degli oratori.
Quel sogno nel cuore di Mons. Rumeo divenne il sogno di tutti, avevamo una casa dove condividere la vita nelle gioie e nelle difficoltà del cammino comunitario e personale… era nata casa Woityla, l’oratorio che sogniamo, sogneremo e abbiamo!

di Maria Grazia Randazzo

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