Una rottura provvedenziale

Anche se a ricordarlo non sono in molti, il fatto è accaduto. Due settimane fa, quando si era a un passo dal raggiungere uno straordinario accordo a quattro sulla legge elettorale, per un banale incidente, tutto è andato a monte. Nelle ultime settimane -dicevamo nello scorso numero- con l’incredulità dei più, si era messo in moto un dialogo, fino a ieri ritenuto impossibile, fra le quattro formazioni politiche maggiori: Partito democratico, Cinque stelle, Forza Italia e Lega. Non sembrava vero che forze politiche, che fino a ieri se le erano suonate di santa ragione, improvvisamente sospendevano le ostilità per tentare di trovare un accordo su una legge elettorale che sembrava uscita dal cilindro di un prestigiatore. E, infatti, a vedere come sono andate le cose, non era affatto vero. Perché mentre i quattro “facevano finta” di parlarsi, in cuor loro tramavano l’inganno per mandare tutto all’aria. Un gioco da ragazzi, non degno di uomini che si riempiono la bocca di paroloni per legittimare la loro occupazione dello scranno in Parlamento. Su un emendamento poco rilevante, non concordato fra i contraenti, si sono inseriti i cosiddetti “franchi tiratori” che, approfittando del voto a scrutinio segreto, hanno votato con l’intenzione di mandare tutto all’aria. Il fronte comune si rompe immediatamente e il gioco é fatto. I quattro partiti, fino a qualche minuto prima a braccetto, tornano a suonarsele di santa ragione. Una disgrazia? E chi lo dice? A vedere come stanno andando le cose, mai una rottura si è rivelata tanto provvidenziale! Almeno per tre motivi. Intanto perché sembra tramontata l’ipotesi delle elezioni anticipate che terrorizzava il governo e i mercati, vista la situazione precaria dei conti italiani. Secondo, perché i cittadini hanno potuto scorgere, al di là dei proclami, il vero volto dei partiti – quelli vecchi, come quelli nuovi – e prendere  le dovute misure. Non è, infatti, un risultato esaltante mandare a casa i partiti vecchi, quando il nuovo che avanza delude su tutti i fronti! Terzo, perché l’incidente sta costringendo le forze politiche a parlarsi necessariamente per tentare di trovare più quello che li unisce che quello che li divide, per costruire un percorso insieme in vista della prossima legislatura. E questo sia sul fronte del centro destra, dove Berlusconi è pronto a tornare in campo, che su quello del centro sinistra, dove sembra si stia prodigando, esclusivamente come collante o mediatore che dir si voglia, il Professore Romano Prodi. Con vivo sollievo del PD e dei tanti cespugli di sinistra dove, in nome di motivazioni più ideologiche che sostanziali, ci si divide con tanta facilità. Speriamo che l’estate porti a tutti consiglio nell’esclusivo bene del Paese. (P.M.)

 

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