“Lo stato di salute del Paese desta particolare preoccupazione”

Assemblea dei Vescovi Italiani

“Non vogliamo vivere una cultura del declino”. Nella sua introduzione ai lavori della 79ª Assemblea generale dei vescovi italiani, svoltasi dal 21 al 23 maggio 2023, il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ha tracciato l’indicazione di rotta per affrontare i problemi del Paese, il cui “stato di salute” desta “particolare preoccupazione”. La povertà divenuta “fenomeno strutturale”, l’inverno demografico, il dovere dell’accoglienza messo in pericolo da possibili abusi e mancanza di legalità, la necessità di un rapporto più proficuo con il mondo della cultura, i temi segnalati sul versante interno. L’immagine usata dal presidente della Cei per lo scenario internazionale è quella di una Babele “segnata da tanta sofferenza, dalle ombre di guerre che non si fermano e paralizzano nella paura”.

Nell’ultima fase del Cammino sinodale, dedicata alla profezia, particolare spazio – ha annunciato il presidente della Cei – verrà dato alla domanda spirituale dei giovani, tra i protagonisti anche della prossima Settimana sociale dei cattolici italiani, in programma a Trieste dal 3 al 7 luglio, con la presenza di Papa Francesco e del presidente Mattarella.

Il “grazie” del Papa. Papa Francesco “ci ha ringraziati del nostro affetto e della preghiera per lui”, ha esordito Zuppi: “Parlare dei problemi con realismo, senza negatività, sempre pieni dello Spirito che libera dalla paura e dalla tentazione di fidarsi più di se stessi che della grazia”, una delle consegne del Pontefice alla Cei: per il cardinale è questa “la prospettiva da assumere, quando guardiamo all’Italia, alla vigilia del Giubileo, che ci vuole pellegrini nella speranza e capaci di considerare, con amore, le tante difficoltà e sofferenze del nostro amato Paese”.

Il Cammino sinodale. “Continuate a camminare; fate Chiesa insieme; siate una Chiesa aperta”. Sono le tre indicazioni del Papa per il Cammino sinodale della Chiesa italiana. “Camminare ci fa incrociare da vicino la realtà, a volte confusa, tanto da sembrare impermeabile, distante, solo materialista”, l’analisi di Zuppi: “Invece è sempre piena di sofferenze, di fragilità, di domande spirituali da riconoscere, di desideri di verità”. La terza tappa del Cammino sinodale, caratterizzato dalla “vivacità” della Chiese locali, è dedicata alla profezia. “I profeti vivono nel tempo, leggendolo con attenzione”, ha sottolineato il cardinale: “Cerchiamo di tradurre in scelte e decisioni evangeliche quanto raccolto in questi anni, sentendo la responsabilità delle decisioni che ci attendono, e che vanno anche prese”.

Povertà e inverno demografico. “In Italia, il 9,8% della popolazione, circa un italiano su dieci, vive in condizioni di povertà assoluta”, ha ricordato il presidente della Cei a proposito del preoccupante stato di salute del nostro Paese, in cui la povertà è diventata “un fenomeno strutturale”, con 5 milioni 752mila residenti nello stato di povertà assoluta, per un totale di oltre 2 milioni 234mila famiglie. A loro si aggiungono le storie di chi vive in una condizione di rischio di povertà e/o esclusione sociale: si tratta complessivamente di oltre 13 milioni di persone, pari al 22,8% della popolazione, dato al di sopra della media europea. Senza contare le povertà croniche e intermittenti e il divario generazionale che si rafforza.

Fede e cultura. Alla fine dell’introduzione, un monito preciso: “Senza rapporti con il mondo della cultura, la Chiesa perde anche il contatto con il mondo sociale, oggi molto più estesamente scolarizzato e acculturato di quanto fosse nella prima metà del secolo scorso”. “Nonostante l’originalità e la determinazione di Papa Francesco, dobbiamo chiederci se non pecchiamo di timidezza e di mancanza di fantasia creativa in ambito culturale “La Chiesa deve aiutare la discussione critica delle ideologie, dei miti, degli stili di vita, dell’etica e dell’estetica dominanti”, la proposta del presidente della Cei: “Se è vero che la Chiesa ha bisogno di cultura, aggiungerei che è anche la cultura ad avere bisogno del punto di vista cristiano”.

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