Pellegrinaggio mariano diocesano Maria Ss. Scala del Paradiso

Come da bella tradizione, anche quest’anno lo scorso 31 maggio si è svolto l’annuale pellegrinaggio mariano diocesano di fine maggio presso il santuario Maria SS. Scala del Paradiso.

Un momento molto partecipato dalla comunità diocesana, riunitasi ai piedi della Vergine patrona della nostra diocesi, che vede di anno in anno momenti di pura emozione scaturita dalla preghiera e dalla forte devozione alla Madre del Signore.

Dopo la breve processione di preghiera con la recita del santo rosario lungo la via Sacra guidato dal nostro vescovo Antonio, lo stesso ha presieduto la celebrazione eucaristica all’aperto alla presenza di migliaia di pellegrini della nostra diocesi e di alcuni ammalati accompagnati dall’Unitalsi della sottosezione netina.

Durante la celebrazione eucaristica, il vescovo ha salutato la comunità diocesana e durante l’omelia, ispirato da tanta bellezza naturale che circonda lo scenario del Santuario della Scala ha esaltato la bellezza della spiritualità netina, come città posta sul monte. “Dio abita le parti alte, il cielo. Chi vuole dialogare con Lui deve puntare in alto – ha espresso il vescovo. Con Gesù le cose sono cambiate, in quanto con Lui, l’Alto  si è capovolto e adesso abita qui sulla terra. Dio che abita nei cieli lo riconosciamo nei fratelli che incontriamo sulla terra”.  L’esortazione lanciata dal vescovo è stata quella che tutti noi abbiamo bisogno di Maria perché quel Cielo si è capovolto da quando Lei, Vergine Madre, si è fatta figlia del Suo figlio,“Il Creatore diventa creatura di Maria”.

Il vescovo, come fa già da tempo, ha puntato anche sull’essenza del nostro cristianesimo che è quello di prendere atto di questo evento: “Dio è presente nel sacramento eucaristico celebrato e viene ad abitare nel cuore dell’uomo contrito e pentito. Solo così la fraternità cristiana può diventare il vero Tempio di Dio”. Una fraternità pastorale incoraggiata anche dal sussidio pastorale “Lievito di fraternità” che i vescovi italiani hanno consegnato alla Chiesa. Da qui i processi utili per un sano discernimento cristiano sulla linea di Papa Francesco e su quanto contenuto nella Amoris Laetitia riguardo “il superamento dell’individualismo che contagia, come una malattia mentale diffusa, proprio tutti”. La fraternità è, dunque, il tempio dove abita Dio, quell’atteggiamento che obbedisce al comandamento nuovo del Dio fatto uomo: “Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi”. Solo lì Dio abita.

Questa fraternità, ha proseguito il Vescovo – è riscontrabile nei semplici atti quotidiani della vita. Come ci riconosciamo immersi in questa fraternità cristiana? Un vescovo non è tale solo per i paramenti che indossa o perché presiede una celebrazione, ma un vescovo è cristiano, alla stessa maniera di ogni battezzato, perché si fa ultimo con gli ultimi, perché si fa pane spezzato per gli altri, perché adempie le opere di misericordia corporali nella visita agli ammalati, ai carcerati, agli emarginati. Solo lì si è cristiani cattolici capaci anche di fare la stessa esperienza di Maria che ci conduce all’unica via di salvezza. Maria è decisiva perché ha dato la carne a Gesù e ha detto al mondo che al di fuori della carne, dei corpi non c’è fede. Dio ci salva in Gesù attraverso la sua umanità; per questo abbiamo bisogno di entrare nel grembo di Maria: per restare umani.

A tal proposito, infatti, il Vescovo ha citato don Tonino Bello: “Gesù per salvarci è diventato uomo; noi esseri umani siamo tutto – avvocati, ingegneri, professori – meno che uomini”. E quando non siamo più uomini non ci resta che chiedere perdono a Dio perché stiamo mancando sia della nostra umanità ma nello stesso tempo della divinità che ci appartiene. E così, per captare meglio il concetto, una frase del brano Gesù di Renato Zero, il vescovo ha voluto citarla: “Gesù non ti somigliamo più, siamo colpevoli… Gesù perdonaci”.

Dopo l’omelia, come ogni anno, è stato rinnovato l’atto di affidamento della nostra diocesi a Maria SS. Scala del Paradiso. A Maria il Vescovo ha affidato il presbiterio netino e i fedeli laici impegnati quotidianamente nella missionarietà della Chiesa, gli alunni del nostro Seminario, i religiosi e i consacrati, i migranti e gli ammalati, nonché la visita pastorale in corso nell’ultimo, ormai restante, vicariato di Noto.

Al termine della celebrazione il Vescovo ha ufficialmente rivolto gli auguri ai presbiteri e ai diaconi che nell’anno in corso celebrano significativi anniversari di ordinazione. E prima della benedizione conclusiva ha benedetto il nuovo quadro raffigurante la Madonna Greca Eleusa, Maria Madre della Misericordia, che verrà esposto alla venerazione dei fedeli nell’omonima chiesa di Portopalo di Capo Passero.

A Maria Vergine Madre affidiamo il cammino, le gioie e le fatiche della nostra diocesi, il suo pastore che la guida nella fede e ogni figlio che miseramente invoca, per sua intercessione, la misericordia del Padre. Mostrati qual sei o Madre; o clemente, o pia, o dolce vergine Maria.

Marco Rabito

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