Hanno concluso la loro missione terrena lo scorso Dicembre 2020: don Sebastiano Rametta e don Carlo Guerrieri

In ogni evento, anche nella morte di due sacerdoti, è bello vedere sempre la volontà e la mano di Dio. È sembrato cosi anche in occasione del ritorno alla Casa del Padre di Don Carlo Guerrieri e di Don Sebastiano Rametta. Mentre lunedì 28 dicembre si celebravano in Cattedrale le esequie di Don Carlo Guerrieri, deceduto il 25 dicembre 2020, Don Sebastiano riceveva l’Unzione degli Infermi, entrava in agonia e completava il suo pellegrinaggio terreno il 29 dicembre 2020. Una coincidenza alquanto singolare che ha visto Don Carlo e Don Sebastiano “amici fraterni in vita” e oggi “a far festa insieme in Cielo”. Il Vescovo Antonio ha presieduto la celebrazione eucaristica di entrambi i sacerdoti. Edificante e affettuoso il profilo dei due sacerdoti costruito dal Vicario generale, Don Angelo Giurdanella.  

Don Sebastiano Rametta

Don Sebastiano nasce a Noto il 6 giugno 1931. Viene ordinato Presbitero il 15 agosto 1965 dal Vescovo Mons. Angelo Calabretta di v.m. e nominato il 23 settembre successivo vicario parrocchiale e mansionario della Cattedrale. Nel 1969 viene nominato parroco della Sacra Famiglia in Cozzo Rose e nel 1971 parroco a San Giovanni Battista alle Anime Sante in Noto.

Dal 1979 al 1991 è parroco all’Ecce Homo al Pantheon e rettore della chiesa di Santa Maria dell’Arco in Noto.

Dal 1991 al 2008 è parroco dell’unità pastorale Cuore Immacolato di Maria, Sant’Elena e Sant’Ippolito in Modica.

Dal 2008 al 2009 è parroco al Sacro Cuore in Rigolizia e alla Madonna del Carmine in Mezzogricoli (Noto).

Conclude il suo lungo e fecondo ministero come vicario parrocchiale al Sacro Cuore in Noto.

“Ha servito il Signore con tutta umiltà” (At 20,18-19)

Il ministero di Don Sebastiano è stato un autentico servizio a Dio e alla Comunità, un servizio umile, instancabile, disinteressato, fatto con soavità di modi, per essere – come dice San Paolo – “i collaboratori della vostra gioia” (2Cor 1,24).

Le qualità che hanno sempre contraddistinto il caro Don Sebastiano sono state la giovialità, l’accoglienza amorevole e la spiccata ironia. Per ridere in modo sano ci vogliono finezza, sensibilità, senso dell’humor; ci vogliono un cuore pacificato e nobiltà di sentimenti; ci vuole il dono dello Spirito Santo. La gioia, infatti, è uno dei frutti dello Spirito (cfr. Gal 5,22). Paolo aggiunge: “lieti nella speranza” (Rm 12,12). Questo è il suo ritratto.

Dal 1979 al 1990 lo troviamo impegnato come consulente diocesano del Centro Sportivo Italiano (CSI), presidente diocesano UNITALSI, cappellano al carcere di Noto, assistente ecclesiastico dell’ACLI, insegnante di religione cattolica alla scuola media “Aurispa”.

In Curia ha svolto gli incarichi di: segretario della Commissione di Arte Sacra e della Commissione Liturgica e ha collaborato Mons. Salvatore Tranchina nell’Ufficio Tecnico Diocesano.

La Parola di Dio è stata l’amore fondamentale e fondante della sua vita: studiata, meditata, pregata.

Noi ora lo affidiamo alla Parola di Dio come ha fatto San Paolo che, anziché affidare la Parola di Dio ai cristiani, ha affidato i cristiani alla Parola di Dio: “ed ora vi affido al Signore e alla Parola della sua grazia che ha il potere di edificare e di concedere l’eredità con tutti i santificati” (At 20,32).

Tutto quello che ha ricevuto, ha donato. I doni di sapienza e di grazia che ha ricevuto dal Signore, li ha condivisi con i fratelli. Molte persone hanno trovato in lui un punto di riferimento sicuro, un padre, la cui paternità ha fatto crescere nella grazia tantissime persone, un amico sincero e cordiale, un educatore instancabile: non comunicava una fredda verità, ma la verità dell’amore di Dio che ci ha amati per primo (cfr. 1Gv 4,19).

Testimone del nostro tempo, manifestò un’acuta percezione del rinnovamento teologico, culturale e pastorale del Concilio Vaticano II, vi entrò attivamente, nel travaglio prodotto dal Concilio e nel nuovo cammino della Chiesa e dell’umanità, inserendovisi in modo vitale e fecondo.

Attento agli eventi storici, seppe cogliere i “segni dei tempi”.

Amava la lettura, lo studio e il confronto. Era innamorato delle Lettere di San Paolo e appassionato degli scritti di Romano Guardini e di Santa Teresa di Gesù Bambino. Significativo anche il suo ultimo abbraccio all’icona di Santa Teresina. Un’espressione a lui cara che lo ha sempre accompagnato e ci ha consegnato è la seguente: “Signore, continuamente ricevo me stesso dalle tue mani. Questa è la mia verità e la mia gioia” (Romano Guardini).

Lo affidiamo al Pastore dei pastori perchè lo accolga nella comunione dei Santi e gli dia il premio promesso ai servitori fedeli “la corona della gloria che non appassisce” (1Pt 5,4).

Don Carlo Guerrieri

Don Carlo nasce a Rosolini il 10.09.1926 in una famiglia profondamente cristiana e inserito in una comunità parrocchiale, il Ss. Crocifisso a Rosolini, vivace, animata dal zelante parroco Mons. Francesco Morana il quale ha inciso notevolmente nella sua formazione.

Ordinato Sacerdote da Mons. Angelo Calabretta il 29 giugno 1951 nella cappella del Seminario. Appena ordinato rimase in Seminario come professore e svolse questo delicato servizio dal 1951 al 1970; fu anche insegnante di Religione Cattolica nella Scuola Media dell’Istituto Melodia a Noto per circa trent’anni. 

Il 21 ottobre del 1953 venne nominato Parroco nella Parrocchia di Sant’Andrea a Noto svolgendo il suo ministero sino al 2011. Al compimento dell’80° anno di età continuò a svolgere il suo servizio nella stessa Comunità come Vicario parrocchiale.

Parroco zelante, sempre presente, attento e scrupoloso a dismisura, di grande sensibilità dietro una corteccia ruvida mentre dentro lasciava passare una linfa che nutriva con premura e generosità genuina, diretto e schietto nel parlare e nell’agire, senza alcuna traccia di ipocrisia. Affettuoso e delicato con i parenti specialmente con i nipoti che hanno ricambiato tale affetto fino ad oggi.

Ha accolto benevolmente il rinnovamento conciliare tanto da pensare per la sua piccola comunità un ciclo di conferenze sul Concilio Vaticano II, chiamando come relatori Mons. Spiraglia, Don Pino Ruggieri, Don Giuseppe Pisasale, Don Giovanni Floridia, Don Ottavio Ruta.

Ha servito con zelo e generosità la Chiesa e volendo rinnovare la catechesi, pensò bene di chiamare, in Parrocchia, il Cammino Neocatecumenale nel 1978. In questa esperienza si è lasciato coinvolgere e appassionare spendendo tutte le sue energie a favore     di questa nuova esperienza.

Dal 1958 al 2009 ha lavorato in Curia con diverse mansioni: archivista, notaio, vice cancelliere, amministratore della Mensa vescovile, direttore Ufficio Sacramenti, membro dell’Ufficio diocesano Affari economici, servizi svolti con dedizione, puntuale presenza e senso di responsabilità. Unito ai Vescovi non solo con l’osservanza di un vincolo gerarchico, ma anche con una vera comunione di spirito, di cuore e di sincera devozione.

Dal 1988 al 1993 è stato Assistente ecclesiastico del Centro Sportivo Italiano. Dal 1993 al 2009 ricoprì anche la carica di Parroco nella comunità parrocchiale di Sant’Antonio in Noto.

L’espressione di Gesù nell’Ultima Cena: “Manete in dilectione mea”, gli appartiene pienamente. Ha vissuto questo anelito di unione con Cristo, si è lasciato con-formare dall’Eucaristia celebrata, ha custodito e alimentato la vita interiore con fedeltà alla meditazione, alla Liturgia delle Ore, alla preghiera del S. Rosario. L’ardente devozione a Maria S.ma è stata garanzia della sua fedeltà al ministero e della sua esemplare vita sacerdotale. 

Consolati ed edificati lo accompagniamo grati con la nostra preghiera.

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