Al via l’assemblea permanente dei presbiteri
Un’esperienza sinodale per ravvivare la comunione
L’inizio del nuovo anno pastorale ha visto in diocesi la novità dell’Assemblea permanente dei sacerdoti della nostra chiesa locale. Lo scopo dell’Assemblea, è stato indicato nella lettera che a ottobre è stata inviata personalmente ad ogni sacerdote, in vista della consultazione circa le tematiche da affrontare nelle varie sessioni di questa stessa Assemblea, è quello di «un’Assemblea per tornare ad incontrarci in maniera sensata, per tornare a parlarci in maniera fruttuosa, per tornare a pensare insieme le cose della fede e della pastorale». Ma come si è arrivati alla proposta di questa assemblea e per quali motivazioni? Nella stessa lettera è scritto: «Le motivazioni sono diverse: i sentimenti di sfiducia e stanchezza che soffocano il nostro entusiasmo pastorale e che diventano sempre più manifesti nella scarna frequentazione delle riunioni diocesane, nel disamore verso gli appuntamenti ecclesiali, nella crescente autoreferenzialità pastorale e – non per ultima – la sofferenza del Popolo santo di Dio. Questi sono solo alcuni dei segni che ci fanno temere per la salute del nostro Presbiterio e della nostra stessa Chiesa!». E proprio per queste motivazioni, il nostro Vescovo, ha condiviso la proposta del Consiglio Episcopale di una convocazione del presbiterio in assemblea, con la decisione anche di bloccare qualsiasi altra attività che riguardasse i presbiteri, per dare ampio risalto e spazio agli appuntamenti assembleari. Infatti, l’assemblea è stata denominata volutamente, fin dall’inizio, come “permanente”, perché, negli intendimenti, è stata immaginata non come un appuntamento fra i tanti (e ciò spiega il motivo per cui sono stati sospesi il ritiro mensile e gli altri incontri di aggiornamento) ma come una esperienza sinodale, un “camminare insieme” (= Synodos) del nostro presbiterio. Questo è anche il motivo per cui non si è voluto dare un limite e una scadenza agli incontri, che certo non avranno un numero indefinito di sedute, ma si è voluto dare un segnale forte cosicché la dimensione “assembleare” diventasse non tanto un momento transeunte della nostra chiesa locale, quanto lo stile condiviso della vita e delle attività del nostro presbiterio nel solco di quella attuazione del Concilio Vaticano II su cui ci sta spingendo con decisione il nostra Papa Francesco, con la sua accentuata insistenza sulla sinodalità come modalità del vissuto intraecclesiale ad ogni livello. Infatti, una riflessione su tutta la vita pastorale della nostra diocesi dovrà essere fatta, in modo ampio e circostanziato insieme alle altre componenti della chiesa locale, anche come momento di revisione circa l’attuazione delle indicazioni scaturite dal nostro secondo sinodo diocesano, ma la scelta di convocare anzitutto il presbiterio è stata simbolicamente voluta come prioritaria per rimarcare la specificità peculiare del presbiterio nel suo insieme, nell’ambito della chiesa locale, e quindi del ruolo stesso del consiglio presbiterale diocesano come espressione canonica dello stesso presbiterio. Quello che si auspica è, dunque, il recupero del senso stesso dell’essere come collegio, un unicum sacramentale, cioè il sentirsi partecipe di ogni presbitero, in tutto e per tutto, della vitalità del nostro presbiterio e quindi della vita di tutta la nostra chiesa locale, nella comune riflessione delle tematiche da affrontare e nel comune senso di corresponsabilità verso il popolo di Dio affidato in modo solidale al governo pastorale del vescovo e del presbiterio raccolto intorno a lui secondo il modello della ecclesiologia eucaristica tanto cara a Ignazio di Antiochia, riscoperta nella Costituzione dogmatica Lumen Gentium e recepita nel Codice di Diritto Canonico. Perciò, con questi intenti in vista di questa convocazione assembleare, è stata costituita la Commissione che, in base al mandato ricevuto dal Vescovo e dal Consiglio Episcopale, si è impegnata a pensare le modalità di costituzione e di avvio della stessa Assemblea. La Commissione è costituita da Mons. Angelo Giurdanella, Vicario generale, e dai sacerdoti don Ignazio La China, don Salvatore Cerruto, don Nunzio Di Stefano, don Gaetano Asta, don Giuseppe Di Stefano che funge da segretario. E affinché nessuno si sentisse escluso, e ognuno si sentisse responsabilizzato a dare il suo contributo si è voluto che fin dall’inizio ogni singolo presbitero potesse esprimere quali fossero, a suo parere « i temi più urgenti sulla nostra vita di presbiteri e di presbiterio da affrontare nelle prossime riunioni assembleari». La lettera è stata ricevuta con interesse e attenzione condividendone gli intenti e lo stile. Le risposte poi sono state date col desiderio dei presbiteri di essere membri presenti e attivi del presbiterio di Noto, con spirito di collaborazione, assumendo personalmente l’impegno a cogliere la sfida della comunione. Poi, lo strumento assembleare, come luogo in cui il presbiterio possa esprimersi liberamente, è stato salutato positivamente come il più adatto per un momento di verifica del nostro cammino diocesano e della salute del nostro presbiterio al suo interno, con l’augurio che non sia solo un’altra occasione formale e celebrativa, da appendere all’occhiello, come una iniziativa fra le tante ma che sia davvero un momento serio di revisione di vita e di riconoscimento degli errori commessi, e con l’offerta del perdono reciproco. Perciò si fa appello ad una conversione reale e autentica, con l’invito ad un dialogo sereno e schietto, franco, sincero, trasparente, anche se “provocatorio”, per superare rancori e pregiudizi. Entrando poi nel merito delle proposte di temi da trattare, un primo rilievo è dato alla identità del prete e alla sua formazione. La domanda di fondo è su come vivere la vita di fede personale, sia in quanto cristiani sia in quanto presbiteri in una società in continua evoluzione. Entrando poi più nello specifico della identità del presbitero, si fa notare la difficoltà nella comunione tra i presbiteri, spesso dimentichi che prima che presbiteri singolarmente si è anzitutto presbiterio. A proposito di unità del presbiterio si fa rilevare come questa si costruisce attorno al vescovo che di questa unità è fulcro e garante, giacché il presbiterio non può essere immaginato senza il vescovo, né il vescovo può pensarsi senza il suo presbiterio, costituendo, di fatti, vescovo e presbiteri collegialmente presi, l’unicum sacramentale del presbiterio. Riguardo poi al diretto servizio pastorale, specie dei parroci, si nota anzitutto la difficoltà per realizzare una vera comunione in parrocchia e circa la pastorale vera e propria si nota la difficoltà di una seria programmazione rispondente alle problematiche attuali, in particolare si evidenzia la difficoltà per impostare una missione da parte della diocesi e delle parrocchie verso i lontani.
La presentazione dei dati e delle singole tematiche e proposte emerse dalla consultazione dei presbiteri è stata illustrata da don Ignazio la China nella prima seduta ufficiale di convocazione della Assemblea tenuta nell’aula magna del seminario il 10 dicembre, dopo un momento di preghiera in Cattedrale e concluso con un pasto fraterno di tutti i presbiteri col vescovo in seminario.
La verifica dei temi emersi dalle risposte ha permesso di avere una griglia ordinata per le assemblee future. Si è così pensato ad un possibile calendario su cui innestare due grandi sessioni assembleari (ciascuna di tre incontri a scadenza quindicinale) aventi per tema: I. La relazione del presbitero con Dio e il Suo popolo; II. La relazione del presbitero con il Vescovo e il presbiterio.
Il primo tema sarà trattato prossimamente nei tre incontri del 14 e 28 gennaio e 11 febbraio.
Quella finora qui presentata è la struttura formale dell’Assemblea, ma, per concludere, bisogna ricordare che ogni struttura rimane un contenitore vuoto se non si riempie di contenuti, ma soprattutto di motivazioni: perciò l’augurio e la speranza è che il presbiterio tutto colga l’opportunità di questo momento di grazia, unico e irripetibile, per la vita della nostra amata diocesi di Noto.
di Ignazio La China