Si è svolto a Pozzallo il seminario per i divorziati con nuova unione. Relatore mons. Renzo Bonetti
A conclusione del seminario per i divorziati con nuova unione, domenica 17 novembre u.s., si è svolto, nella parrocchia San Paolo Apostolo di Pozzallo l’incontro dal titolo “Lo Spirito dava loro il potere di esprimersi”. Relatore Mons. Renzo Bonetti, presidente della Fondazione “Famiglia dono grande”. Promosso dall’Ufficio diocesano della Pastorale con la Famiglia, l’incontro ha proposto la tematica del convegno diocesano di inizio d’anno. La partecipazione all’incontro ha visto la presenza di tante coppie di sposi, provenienti da tutta la diocesi, che hanno riempito la chiesa.
Mons. Bonetti ha suggestionato l’assemblea ripetendo e ribadendo, durante tutto l’intervento la parola “potenza”, e quanto questa potenza è propria e originale negli sposi, dono del giorno del matrimonio che perdura per tutta la vita degli sposi. Troppo spesso gli sposi non sono assolutamente consapevoli del significato del sacramento che hanno ricevuto e pur vivendo un buon matrimonio, rinunciano alla ricchezza che il sacramento porta con sé.
Il matrimonio civile e quello sacramentale hanno tanti aspetti in comune. Entrambi si fondano sull’amore della coppia, prevedono la possibilità di dare continuità con i figli, di accudirli e educarli. Ci sono però caratteristiche che sono proprie del sacramento. L’amore fra l’uomo e la donna diventa capace dello stesso amore di Dio per l’uomo e ne diventa immagine, nella sua fedeltà, indissolubilità e totalità.
Si è soffermato anche sul rapporto di complementarietà tra il sacramento del matrimonio e dell’ordine nella Chiesa, dove è rimarcabile l’assenza dell’auto consapevolezza degli sposi sul sacramento del matrimonio, della comunione e corresponsabilità tra preti e sposi, della diversa potenza che hanno ricevuto in dono.
L’orientamento del suo intervento ha evidenziato che per la Chiesa il sacramento del matrimonio, e quello dell’ordine, sono i due pilastri su cui si fonda l’annuncio di amore di Dio per l’uomo. Il presbitero è chiamato ad una scelta incondizionata per Cristo che si traduce nell’amore per la Chiesa sua sposa e quindi in un dono totale al servizio dei fratelli.
Nel caso dell’amore coniugale invece questa totalità del dono è rivolta verso la persona concreta con cui, come coppia sponsale, divenire una caro, una sola carne, al servizio della Chiesa e della società.
di Rosa Maria e Giorgio Ruta