“Come servo e pastore possa camminare con voi…”

La comunità diocesana attende il vescovo Salvatore

“Che bel regalo ci ha fatto il Signore!”.  “Un Natale da ricordare per la nostra diocesi!”. 

Queste e tante altre attestazioni di gioia e di entusiasmo sono sgorgate dalle labbra e dal cuore dei tanti presenti nella Cattedrale di Noto, il giorno in cui è stata comunicata la nomina del nuovo vescovo, monsignor Salvatore Rumeo.

A pochi giorni dal Natale, infatti, il 22 dicembre 2022, la nostra Chiesa locale ha ricevuto dal Bambino Gesù il dono più atteso: il nuovo pastore della Chiesa netina, originario della diocesi di Caltanissetta, parroco e direttore dell’Ufficio Catechistico.

L’annuncio in una Cattedrale dove si respirava un clima di trepidante attesa.

La gioia di una Diocesi che da agosto scorso – dopo la nomina del Vescovo monsignor Antonio Staglianò a Presidente della Pontificia Accademia di Teologia e ora attuale amministratore apostolico di Noto – ha intensificato la preghiera al Signore, per ricevere un pastore secondo il cuore di Dio. 

Dalle prime parole di monsignor Rumeo, rivolte alla Diocesi, si evince il suo sincero desiderio di entrare, di immergersi nella vita della comunità diocesana, di “declinare il servizio episcopale nello stile della comunione” (vedi Intervista a pag. 5 di questo numero).

Nel suo primo messaggio alla Diocesi, così presenta, quasi “in nuce”, un promettente e attraente  “programma” di servizio alla nostra comunità: “Con voi, Chiesa che il Signore mi affida, voglio ascoltare la Sua voce, pregare e celebrare la fede, camminare, suscitare il fascino dell’incontro gratuito e informale, tessere trame di feconda relazione con sacerdoti, religiosi, religiose, seminaristi, famiglie, giovani, ragazzi, anziani, bambini, ammalati, poveri, bisognosi, con le altre confessioni religiose, istituzioni tutte e con ogni uomo e donna di buona volontà che ogni giorno faticano per realizzare il proprio sogno”.

Di “sogno” ha parlato anche nell’intervista rilasciata al Giornale diocesano: “Amo, per scelta di vita, sognare e condividere i sogni di tutti per rendere la Chiesa di Cristo segno di speranza”.

Nella medesima intervista, monsignor Rumeo ha inoltre rimarcato l’importanza di questo tempo di Sinodo che la Chiesa universale sta vivendo, come opportunità di dinamizzare l’annuncio del Vangelo, per una Chiesa sempre più “estroversa”, “in uscita” e capace di “riscoprire Gesù lungo le nostre strade” (Secondo Sinodo Diocesano): “Il Sinodo – osserva il vescovo eletto –  ha il compito di aiutare la nostra Chiesa a declinarsi come comunità cristiane che sappiano annunciare il Vangelo in termini non solo comprensibili, ma credibili e affascinanti, in un radicamento evangelico capace di parlare profeticamente al mondo di oggi”. 

Monsignor Rumeo nel suo primo messaggio alla Chiesa di Noto, non manca di ricordare le tante “periferie esistenziali” che da parroco avrà certamente incontrato e che ora da Vescovo si impegnerà ulteriormente a visitare con “lo stile del buon samaritano che ci insegna la modalità con la quale dobbiamo inginocchiarci dinanzi alle ferite altrui. Una misericordia veramente completa, genuina, senza interessi o mezze misure è un gesto di puro dono, gratuito e benevolo”.

Da quando la comunità diocesana ha ricevuto la notizia della nomina di don Salvatore, si è stretta attorno a lui, anzitutto con la carità della preghiera, ma anche con l’affetto sincero verso la sua persona. In tanti hanno colto il suo tratto umano davvero spiccato, la sua preparazione teologica e pastorale, il suo ministero di parroco nella chiesa del Sacro Cuore in Caltanissetta, vissuto in piena dedizione. 

Mentre desideriamo ancora salutare e ringraziare il vescovo monsignor Antonio Staglianò, per il suo generoso ministero profuso in questi anni di servizio alla Diocesi, per il suo magistero sapiente ora a servizio della Pontificia Accademia di Teologia, ci prepariamo ad accogliere il nuovo vescovo, certi che il Signore moltiplicherà i doni della sua grazia nel suo servo Salvatore (cfr Orazione dopo la comunione, Rito dell’Ordinazione Episcopale)

di Alessandro Paolino

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