Un appassionato di comunità si definisce Davide Boniforti, psicologo di comunità della società Medodi che, con sapienza e competenza, ha aiutato confronti e sperimentazioni di “buone pratiche educative” che potranno aiutare percorsi di educazione civica per le scuole medie di primo e secondo grado, in cui i giovani stessi potranno essere protagonisti. Si tratta dell’altra tappa intermedia, tenuta il 10 e 11 ottobre 2024 alla Scuola San Benedetto del Corso “Quale bellezza? Ritessere relazioni, rigenerare città”, per le scuole medie e superiori. Una tappa vissuta con leggerezza, profondità, entusiasmo creatività, ma anche con la consapevolezza di compiere un atto di amore vero per i giovani perché, aiutarli a fare esperienze di partecipazione, è la via più sicura per far crescere in loro senso civico; usare metodi di ascolto e cooperazione diventa occasione unica per permettere loro di esprimere vissuto, paure, desideri. Siamo in un tempo – ha sottolineato Boniforti – in cui si sono portate all’esasperazione speranze privatizzate ma, solo se prodotta da una collettività, la speranza è energia potente di cambiamento. Occorre superare nostalgie del passato: c’è stato! Solo guardare al futuro genera responsabilità. E insieme si diventa meno ansiosi. Ecco perché diventano importanti narrazioni corali, immaginazione, elaborazione di progetti di vita di comunità. E così ci si immersi nelle tre tappe del percorso “I villaggi possibili”, anzitutto focalizzando nella prima tappa le tracce di comunità guardando al presente con cartelloni costruiti in gruppo a partire da luoghi, circostante o cose che piacciono o non piacciono. Tracce di comunità che, messe insieme, hanno già dato l’idea di un forte movimento del cuore e dell’intelligenza, che si chiarito nelle nuvolette in cui si è scritto il “perché”: “vivere meglio”, “lasciare qualcosa di diverso alle nuove generazioni”, “restare umani”, “essere cittadini attivi”, “star bene con se stessi e con gli altri” … A questo punto la seconda tappa ha spostato l’attenzione al futuro: con i lego si sono costruiti i luoghi pensando a messaggi di cambiamento. E nelle costruzioni sono emerse attenzioni di straordinaria bellezza: all’ambiente, al dialogo tra nonni e nipoti, all’accoglienza del migrante… Con porte aperte, con legami tra cielo e terra, con movimenti relazionali … con una mano – l’impegno necessario e concreto di ognuno – che permette di passare a nuovi scenari, ma “una mano che va sempre tenuta perché, per un cambiamento vero, occorre perseveranza”. Terza tappa: riportare il futuro al presente! Con osservazione dei propri e altrui prodotti, con libertà di produrre in vari modi e una possibilità, che molti hanno usato, di una piattaforma che ha tradotto messaggi in canzoni di straordinaria intensità. Con i temi della gentilezza, dell’amore che fa fiorire la realtà, del quartiere che diventa vivo, dei laboratori in cui il sogno prende forma, del mondo che diventa giusto se si resta insieme senza escludere nessuno, di ogni albero piantato che diventa una preghiera al cielo, della scuola che insegna ad abitare le strade con empatia e gioia … E non mancano i particolari concreti: dai pannelli solari ai dispensar di acqua gratuità. E c’è anche l’intervista del bambino al cambiamento, che ricorda come c’è bisogno dell’apporto concreto di ognuno. Che può essere anche un semplice sorriso: l’importante passare dal “cosa possiamo fare” al “cosa posso fare io” … Sono semi di speranza … (qualcuno dice che se ogni anno, con questi corsi che si traducono in cammini a scuola, si raggiungono tanti ragazzi e giovani, saranno tanti i semi che potranno fiorire, silenziosamente ma efficacemente e gratuitamente) … L’ultima slide ha ricordato che “l’utopia serve per tenere vivo il cammino”, e nelle parole di saluto la speranza si è intrecciata con bellezza, pace, relazione, concretezza, empatia, gratitudine ….
di Maurilio Assenza