VEGLIA DIOCESANA DEI GIOVANI ALL’INIZIO DELL’AVVENTO NEL SEGNO DI CARLO ACUTIS

“Originali, non fotocopie”: “unici e irripetibili” perche’ capaci di rispondere all’amore

Il servizio di Pastorale dei giovani della diocesi di Noto, come ogni anno all’inizio dell’Avvento, ha organizzato e curato una veglia di preghiera, con i Primi Vespri che hanno aperto il periodo di preparazione al Natale del Signore.

Quest’anno, a causa della pandemia, la celebrazione si è svolta senza la presenza dei giovani, che negli anni passati hanno sempre risposto con una larga partecipazione dai nove comuni della diocesi.

La veglia è stata dunque trasmessa in “connection mode”, attraverso la pagina Facebook della Pastorale Giovanile e in televisione, sull’emittente locale Canale 74. 

Un momento intenso e significativo, trasmesso dal Santuario diocesano della Madonna della Scala, per iniziare col piede giusto il tempo forte dell’Avvento che ci proietta alla celebrazione del grande mistero della nostra fede, l’Incarnazione di Gesù, rivelatore del volto del Padre che è amore e perdono. 

Una veglia nel segno di un giovane testimone della fede, recentemente beatificato: Carlo Acutis, stroncato da una leucemia fulminante; una vita breve la sua, nella quale però ha manifestato la bellezza del Vangelo, mettendo al centro della sua esistenza l’amore all’Eucaristia e l’apostolato tra i suoi coetanei, vivendo la sequela di Gesù con la gioia e la passione degli anni giovanili.

Il momento di preghiera è iniziato quindi con il saluto di una ospite speciale: la mamma di Carlo, Antonia Salzano, che ha tracciato un ritratto suggestivo del figlio, descrivendolo come un testimone della fede dentro una vita ordinaria, dentro una “ferialità” fatta di quelle cose che caratterizzano la vita di un giovane come gli altri, tuttavia una esistenza divenuta “straordinaria” per la presenza costante di Gesù nel cuore e nell’agire di Carlo. 

Il Beato amava ripetere: “Originali, non fotocopie!” e a partire da questa affermazione la madre di Carlo ha esortato i giovani della diocesi a credere nel progetto che Dio ha per ciascuno di loro, facendo di ognuno una persona unica e irripetibile. “Carlo ha risposto a questo progetto – ha proseguito Antonia – dando spazio a Dio nella sua vita, per mezzo dell’Eucaristia, vivendo per Gesù, con Gesù, in Gesù, con la volontà sincera di fare il bene, pur con le fragilità dell’animo umano. Così anche a voi, cari giovani, auguro di vivere il cammino della santità, conformandovi a Gesù, accogliendo e testimoniando il suo amore”.

La preghiera salmodica ha creato poi un clima di silenzio e di riflessione, con l’ascolto della parola di Dio “spezzata” dal vescovo, monsignor Antonio Staglianò, che ha presieduto la veglia.

Nella sua meditazione, il pastore della Chiesa netina ha evidenziato come questa “originalità” del cristiano risieda nella capacità di accogliere e mettere in pratica l’amore di Cristo che si spinge fino ai nemici: “Bisogna attingere al ‘vocabolario’ di Gesù per comprendere questo amore, che si declina anche come ‘perdono’, cioè ‘don per’ gli altri”.

Infine, ricordando l’esempio di Carlo, il vescovo ha rimarcato come il “segreto” di questo giovane per vivere autenticamente la sua fede, sia stato Gesù Eucaristia: “Non basta però limitarsi a ‘partecipare a Messa’ per dirsi veri cristiani, bisogna poi tradurre la ‘Messa’ nella vita quotidiana, nella sollecitudine premurosa verso i fratelli. Così si diventa pienamente ‘umani’, attingendo all’umanità bella e buona di Gesù, il ‘sole’ – per usare un’espressione cara al Beato – che ‘abbronza’ la tua anima, il tuo cuore e dà un colore nuovo alla tua esistenza”. 

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