Modica. 24 settembre 2020. solenne concelebrazione per i suoi 100 anni GRAZIE, MONS. GUCCIONE!

Il tempo non ha affievolito l’affetto e la stima della nostra Chiesa locale nei confronti di mons. Francesco Guccione, per lunghi anni Vicario generale della Diocesi. Neppure le condizioni severe e limitative imposte dal Covid, hanno impedito, a una rappresentanza della comunità ecclesiale, di stringersi attorno a lui nel giorno del suo centesimo compleanno. Che gioia per lui e per tutta la chiesa celebrare, giovedì scorso, 24 settembre, l’evento, nella semplicità e nel raccoglimento, nella chiesa dell’Istituto “P. Giacomo Cusmano” al Boccone del Povero di Modica! Le regole stringenti del distanziamento sembrano avere favorito le condizioni per una celebrazione gradita al festeggiato che, nonostante le sue malferme condizioni di salute, ha partecipato attivamente, coadiuvato da don Angelo. Attorno a lui il Vescovo Antonio, il Vescovo emerito, Mons. Giuseppe Malandrino, l’Arcivescovo di Palermo, Mons. Corrado Lorefice, il Vescovo di Piazza Armerina, Mons. Rosario Gisana, il vicario generale, Mons. Angelo Giurdanella e poi un nutrito numero di sacerdoti, molti dei quali suoi “figli spirituali”, la superiora con le suore dell’Istituto, il personale degli Uffici di Curia, qualche laico e i sindaci di Noto, Corrado Bonfanti e di Modica Ignazio Abbate. Una festa intima, si diceva, imposta da motivi contingenti, ma alla quale era presente, idealmente, attraverso le varie rappresentanze, tutta la comunità diocesana, particolarmente legata al suo Mons. Guccione. La liturgia del giorno, in particolare il libro del Qoèlet, ha ispirato l’omelia del Vescovo Antonio. “Non è vero che tutto è vano, tutto è fumo – ha detto Mons. Staglianò, prendendo lo spunto dal libro sacro – per Mons. Guccione la sua vita, la sua esperienza, è realtà, non vanità”. E, ancora, “sotto il sole, c’è qualcosa di nuovo: ci sono i frutti buoni, quelli di Mons. Guccione, che costituiscono la “novità” che dà senso alla sua vita”. Una verità questa, ha proseguito, “che incoraggia tutti, perché quello che è stato possibile per lui, può essere possibile per me e per tutti: vivere, nel tempo che scorre, una pienezza divina!” E ha aggiunto: “anche la sofferenza quotidiana – offerta al Signore – fa parte della bellezza, dell’esperienza di Mons. Guccione”. E ha concluso: “chissà quanto perdono ha elargito in tutti questi anni! Non solo alle tante persone che si sono rivolte a lui, ma anche ai quattro Vescovi- Nicolosi, Malandrino, Crociata e Staglianò- che fedelmente ha servito nella sua qualità di Vicario generale della diocesi”. Questo e tanti altri motivi citati nell’omelia, hanno fatto dire a Mons. Staglianò “un grazie per questa celebrazione, che il festeggiato non avrebbe voluto, un grazie per la bella testimonianza che ci ha offerto lungo tutta la sua vita”. Cos’ è il tempo, si è chiesto il Vescovo Antonio, prima di impartire la benedizione? “Se me lo chiedi, non lo so; se non me lo chiedi, lo so: è qualcosa d’eterno, l’Amore!”. La benedizione apostolica di Papa Francesco, impartita attraverso il messaggio del Segretario di Stato, Card. Parolin e le brevi parole di ringraziamento pronunciate da Mons. Guccione ai presenti e il suo grazie “a Gesù per la vita, la fede, la vocazione”, hanno concluso un incontro che rimarrà impresso per sempre nei cuori di tutti.

di Pino Malandrino

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