Dai partiti ai partitini

Gli anni della cosiddetta prima Repubblica in Italia ritornano spesso come termine di paragone di fronte ai cambiamenti del tempo presente. Si tratta perlopiù di giudizi morali severi sulla corruzione che portò alla stagione di “mani pulite”, quella che determinò il collasso dei vecchi partiti. Spesso affiorano valutazioni che non hanno valenza politica ma si tingono di un moralismo che ha fatto la fortuna dei becchini del sistema di potere che si era costruito negli anni. Così la vulgata semplificativa e fintamente giustizialista ha cavalcato l’anticomunismo di maniera, il particolarismo delle regioni ricche e, in una linea evolutiva perversa, il razzismo, l’omofobia e la ripresa di suggestioni nazionaliste impossibili da realizzare in un mondo interdipendente economicamente.

Poi si scopre che i seppellitori con la maglietta Lega Nord hanno fatto svanire nel nulla 49 milioni di euro ma le loro narrazioni, caduta la paroletta Nord, continuano ancora a catturare un buon numero di consensi.

Con la fine delle ideologie, la causa “nobile” della fine della prima Repubblica, anche i partiti si sono trasformati e le tradizionali correnti interne sono diventate tanti partiti guidati da leader carismatici. È questo un fenomeno che non arretra, anzi, nella prospettiva del ritorno al sistema proporzionale, assistiamo a periodiche scissioni che finiscono per disorientare l’elettorato attivo, sempre in calo. 

L’area del Centrodestra ha mantenuto, attraverso la figura di Berlusconi, una relativa compattezza, oggi gradualmente erosa da coloro i quali sperano di cantare un solenne epitaffio all’imprenditore-politico che sfruttò abilmente mani-pulite. Nell’arcipelago del Centrosinistra, nato dalle ceneri dell’area della Sinistra storica e del cattolicesimo democratico, un vero è proprio matrimonio non è stato mai celebrato. Le due aree, pur dichiarando la volontà di dar vita ad una nuova stagione politica, non hanno rinunciato allo spirito identitario, spesso sostenuto da sospetti e tatticismi.

Nel PD convivono FIANCO A FIANCO, l’area DEMS, l’area DEM, i GIOVANI TURCHI e BASE RIFORMISTA. Appena fuori ci sono NOI EUROPEI e ITALIA VIVA, neo formazione voluta da Matteo Renzi. Non dimentichiamo LEU e SINISTRA ITALIANA, nate da lacerazioni prodottesi nel periodo di egemonia renziana.

I cambiamenti geopolitici degli ultimi decenni hanno trovato impreparati tanti leader che si nutrivano di vecchie e semplificate visioni del mondo. Chi ha proposto analisi e soluzioni diverse, è il caso di Renzi, è inciampato a causa di una frettolosa ansia di affermazione della propria egemonia.

di Salvatore Vaccarella

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