Il vangelo non si spiega, si racconta. la fede non si dimostra, la si vive

“Comunione, partecipazione e missione per una Chiesa che lungo le strade racconta il Vangelo della misericordia»! Ci siamo, pronti per iniziare il nostro cammino di Chiesa a conclusione della stagione del Cammino sinodale delle Chiese in Italia e del Giubileo Pellegrini di speranza. 

Sono questi i tratti che accompagneranno nei prossimi anni i passi delle nostre comunità parrocchiali intente a crescere come Chiesa, Popolo Santo di Dio.

«Chiamati alla comunione» perché creati a immagine e somiglianza di quel Dio che è Amore, «chiamati alla partecipazione» perché il Signore Gesù ci convoca e ci invita a vivere la nostra vocazione alla santità nel cuore delle nostre comunità, «chiamati alla missione» perché non si è cristiani se non si è animati dall’ansia di portare il Vangelo di Cristo nel cuore degli altri. Ed è questa la priorità assoluta nella vita della Chiesa di Cristo.

La missione è il mandato di annunciare il Vangelo. È questa la ragione d’essere della Chiesa che non può rimanere chiusa in se stessa. 

«Una Chiesa che lungo le strade racconta il Vangelo della misericordia» è la logica conseguenza di chi dalla comunione si spinge alla missione.

Una Chiesa che cammina lungo le strade richiama l’immagine di una «Chiesa in uscita», che non si chiude nei suoi confini sacri, ma va verso gli altri. Le strade, infatti, simboleggiano i luoghi della vita quotidiana, le periferie esistenziali, i contesti in cui le persone vivono e soffrono. 

Il Vangelo non si spiega ma si racconta, la fede non si dimostra ma la si vive. 

Dialogo, testimonianza, narrazione esperienziale. Esorto le comunità della Diocesi a condividere la propria fede e la propria esperienza di incontro con Cristo in modo autentico e accessibile e con uno spirito di misericordia, perché la misericordia è il volto di Dio che si china sulle nostre fragilità umane. 

Raccontare il Vangelo della misericordia significa offrire speranza, guarigione e una nuova possibilità, specialmente a chi si sente emarginato o ferito. 

Sogno una Chiesa dinamica, inclusiva, profetica e orientata verso gli altri. Non una Chiesa autoreferenziale e chiusa in se stessa, ma una comunità di credenti che, uniti e partecipi, si muovono verso il mondo per portare un messaggio di amore, perdono e vicinanza, un messaggio che non si limita alle parole, ma si fa vita e testimonianza concreta.

di Salvatore Rumeo

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