Noto. Festa di Sant’Antonio Abate

I fedeli della parrocchia netina di Sant’Antonio Abate, affidata all’amministratore parrocchiale, P. Thomas, hanno commemorato, dal 13 fino al 17 gennaio, il loro patrono. Durante il triduo di preparazione vari parroci, insieme alle loro comunità, con i rappresentanti delle confraternite netine e delle associazioni laicali, hanno arricchito le festività in onore di Sant’Antonio Abate. Don Thomas ha ringraziato il sistema delle Cellule parrocchiali di Evangelizzazione, la Confraternita di Sant’Antonio Abate, l’associazione dei Portatori della Madonna Addolorata, col loro nuovo governatore, Adriano Formica che ha saputo convocare i soci a questo importante evento esortandoli ad una vera presenza in parrocchia. 

Inoltre l’amministratore parrocchiale ha potuto salutare il presidente delle Associazioni Portatori di San Corrado, Dott. Francesco Berrini e numerose religiose, tra l’altro la Rev.da Madre Urmila e Suor Shanti, dell’Istituto salesiano Holy Miracle Sisters of Graceland (in italiano: Discepole gioiose del Santo miracolo) e una delegazione della comunità “CamCon”.

In data 14 gennaio la santa messa è stata presieduta dal Rev.mo Canonico Salvatore Bellomia e dal Rev. Don Alessandro Paolino e animata dalla parrocchia di San Carlo. Il predicatore, Don Alessandro, ha sviluppato l’affascinante tema: “Gesù, tu fissi su di me il tuo sguardo misericordioso e mi lascio guardare da te”. 

Il giorno dopo (15 gennaio) è toccato alla parrocchia Madonna del Carmine e al suo parroco, Don Francesco Ingegneri, di spezzare il pane della Parola e dell’Eucaristia sotto il tema ‘Poiché avevano il vento contrario: la virtù della fortitudine – andare controcorrente’. P. Thomas ha citato in questo contesto un detto del beato Franz Jägerstätter (+ 1943), obiettore di coscienza e martire in Austria, il quale disse: “Siamo stati afferrati da una forte corrente in cui tutti noi cattolici nuotiamo e dobbiamo combattere. Per ritornare felicemente a riva l’unica alternativa è nuotare controcorrente.”

Mercoledì, 16 gennaio, è stata la volta della parrocchia del Sacro Cuore di Gesù, insieme al parroco, Don Giuseppe Favaccio che ha illuminato una dimensione del santo: “Antonio Eremita – il cuore in Dio, i piedi per terra e la presenza cristiana nella città degli uomini”. 

Il giorno della festa, 17 gennaio, le due sante messe della festa (alle ore 10 ed alle ore 18) ha visto una numerosa e commossa partecipazione dei fedeli della parrocchia e dei devoti di Sant’Antonio della nostra città che hanno gremito la chiesa, splendidamente addobbata dai membri della Confraternita di Sant’Antonio e da numerosi volontari fra cui il “nostro” Giuseppe Sila merita una menzione speciale per il suo instancabile impegno. 

Bisogna rilevare inoltre l’apprezzata presenza del Vicario Foraneo, Can. Ignazio Petriglieri e di Don Paolo Catinello, predicatore serale, insieme ai fedeli della parrocchia del SS. Crocifisso. Don Paolo ha saputo accendere non soltanto un fuoco (senz’altro salutare) di Sant’Antonio ma addirittura un intero fuoco d’artificio che ha riscaldato i cuori di tutti i presenti. 

Alla vigilia della Settimana di preghiera per Unità dei Cristiani (18-23 gennaio), evocando le sue esperienze nel campo ecumenico, con i profughi e gli sfollati nella sua qualità di Assistente spirituale della Caritas, Don Paolo ha ricordato sotto la triade penitenza-preghiera-ritorno il vero fine di ogni ecumenismo cattolico che consiste nel “rinvigorire ciò che giova a chiamare tutti nel seno della Chiesa” (SC) come ci insegna giustamente il Concilio Vaticano II, del quale vogliamo essere docili ascoltatori. 

Durante la giornata e secondo la tradizione sono stati benedetti gli animali sulla piazzetta della chiesa, il pane di Sant’Antonio e le candele che venivano accese davanti alla sua effigie esposta davanti all’altare. Il ricavato della vendita dei dolci, della cuccia e delle focacce, svoltasi nel locale a fianco della chiesa, lenirà come il balsamo profumato del Buon Samaritano, le sofferenze di alcune famiglie della parrocchia e sarà destinato a coprire le spese della comunità. 

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